venerdì 27 aprile 2012

Certezze.

Inizio ad averle.
Inizio a sentire questo luogo come più che un posto di passaggio.
La certezza di svegliarsi ed indossare quella orrenda divisa bordeaux.
La certezza dei consigli paterni di Brent, quando provo ad umiliarlo.
La certezza delle buone parole di Donna, delle sue stranezze.
La certezza del sostegno di Mughain, il suo coraggio, la sua determinazione.
La certezza nei modi impeccabili di Evah. In quelli schivi e gelidi di Eleazar.

Mughain è tornata ad Hall Point ed io non potevo sperare di meglio, proprio adesso che sentivo il bisogno di avere qualcuno a cui appoggiarmi, su cui poter contare sempre. Più passano i giorni, più mi rendo conto d'essere simile per molti versi a lei, e non me ne dispiaccio. La ammiro. E se è questo il genere di donna che potrei diventare, quasi quasi inizio a credere che la mancanza d'educazione di mio padre non sia stata una condanna.
Certo, a volte sento d'essere fuori posto, di non essere abbastanza.
Ho provato una strana sensazione qualche giorno fa, una donna della Shouye. Un'accompagnatrice.
Mi chiedo come facciano ad essere sempre così perfette, così belle, così affabili. Sembra che nessuna rabbia riesca ad attraversarne il volto, niente, se non un pallido sorriso del tutto incolore. 
Le stesse frasi dette e ridette con lo stesso tono usato nei riguardi di chiunque.
L'etichetta è assenza di emozione, e la mia rabbia mi si legge in faccia.

La stessa rabbia che ho mostrato a Vergil quando ha iniziato a blaterare di guerra. Ha partecipato alla guerra, dice, e ne parlava come se in qualche modo ne fosse fiero. Non lo comprendo.
Non riesco a comprendere cosa possa spingere un uomo a togliersi la vita per un ideale così distante, così impossibile da raggiungere. So che mio padre mi avrebbe dato della codarda, ma io so sempre che per quel che combatto, vale la pena combattere.
Neville mi ha accolto all'interno della sua bagnarola, insieme alla sua ciurma... e con mia sorpresa sembra che debba ancora una volta avere a che fare con Donna, è lei che scorteremo in chissà quale viaggio.
Quella donna ha la capacità di sorprendermi ogni giorno che passa. Sembra ne sappia una più del Diavolo.
Mi fa sorridere vedere come si arrabattino tutti per assicurarsi un posto all'interno delle sue grazie, o come tutti la disprezzino per ciò che rappresenta. 
Donna Winter, la si ama o la si odia. Stessa cosa sembra valere per Ratliff. 
Devo ancora capire cosa provo verso quell'uomo. Sento che non potrei mai accettarlo completamente nella mia vita, eppure non capisco perchè quel senso di inferiorità, quell'invidia, per quell'accompagnatrice, per gli sguardi che riusciva ad attirare su di se. Per i suoi sguardi.
Forse in cuor mio non mi sono ancora del tutto adeguata all'idea che nessuno proverà desiderio per me in quel modo. Io sono e resto un soldato.
Le mie mani non saranno mai accuratamente laccate di rosso.
I miei capelli mai lunghi e ordinati in una graziosa acconciatura e preziosi fermagli.
I miei vestiti mai costosi e sensuali.

Ho scelto di essere, non di apparire. E la vita è sempre una questione di priorità.

venerdì 20 aprile 2012

Correre.

Donna Winter se n'è andata, tutti non fanno che parlarne. Bene, male, fatto sta che ne parlano e a me inizia a dare quasi fastidio. E' come se si impegnassero tutti a farmela pesare più del dovuto.
Brent, invece, parla a sproposito... asserisce che io non mi fidi del giudizio di Donna, nei suoi confronti, ma io non sono Donna Winter. E io non lo conosco.
Penso solo che sia opportuno prendere tempo, prendere il tempo che ritengo necessario per potermi realmente fidare di lui, non solo come capo, intendo... come persona. Non mi sono mai interessate più di tanto le gerarchie, ma se riesci ad avere il mio rispetto, allora avrai anche la mia fedeltà e la mia accondiscendenza.
Sono un muro piuttosto ripido da scalare, ma non capisco perchè tutti abbiano questo smodato bisogno di correre... correre, con gli affetti, con la fiducia, con gli incarichi, le responsabilità... dov'è che pensano di andare?

Oggi ho arrestato in tutto cinque persone, e non so perchè ma sento d'essere completamente sola. All'Hall Point la situazione si sta riscaldando e pare come se l'allontanarsi di Donna abbia segnato un decadimento di massa per cui ognuno è leggittimato a far di quel luogo il proprio personale parcogiochi. E mi è stata puntata una pistola alla tempia, eppure, come al solito, non ho provato niente.
Niente.
Solo il profondo desiderio di mettere un punto alla parola Fine.

Spero che trovino al più presto qualcuno di valido per affiancarmi in quel che sto facendo, perchè sento che il peso di tutto questo potrebbe schiacciarmi.

mercoledì 18 aprile 2012

Aria di cambiamento.

Io non so come fai ad essere sempre così calma e ferma. Tanti, troppi pregi in una sola donna per non affezionarvisi fin da subito. Ti ho affidato una parte di me ad occhi chiusi, e tu mi hai compresa fin da subito e mi hai affidato la tua vita per un po'. Ma la storia insegna e si ripete... ed anche tu te ne sei andata, insieme agli altri. Eppure so che non è un addio.

Ci sono cose che non si possono spiegare razionalmente, ed una di queste è il mio attaccamento a Donna.
E così, torno a scrivere di lei.
Se n'è andata, ed i motivi, benchè lei abbia avuto la premura di spiegarmene alcuni, mi sono ancora in parte oscuri. Ha lasciato lo Skyplex, con il mio assoluto sgomento. Mi ha fatto male sapere che se ne sarebbe andata, che l'unica persona di cui ero riuscita inconsciamente o meno a fidarmi, avrebbe abbandonato tutto per chissà cosa, per chissà chi.
Sapevo già chi avrebbe preso il suo posto.
Lui non mi piace, glie l'ho fatto presente in più di un'occasione e ieri ho confidato la mia perplessità a Donna.

"Mettilo alla prova, dagli una possibilità"

Probabilmente se non me lo avesse chiesto lei, ieri avrei tranquillamente presentato la mia lettera di dimissioni.
Eppure voglio provarci. Voglio dare una possibilità a Brent di stupirmi, di dimostrarmi che può avere il mio rispetto, così come ha saputo guadagnarselo chi lo ha preceduto.
Lei ha lasciato a Brent di decidere per una mia promozione a Sicurity Runner, prima di andarsene...- "una prova"-, ha detto. Ma non è la scalata sociale quello che mi interessa e non sarò certamente io a fare il primo passo.
Se vuole da me la stessa lealtà che ho riservato a lei, dovrà essere lui a guadagnarsela.



lunedì 9 aprile 2012

Il confronto con lo specchio.

E così questa sono io?
Quasi non mi riconosco. Se non fosse per le ciocche rosse che mi riempiono la testa, avrei difficoltà io stessa ad identificarmi realmente.
Ultimamente sorrido fin troppo, sarà che avrò imparato a prendere la vita con filosofia, sorridendo, anche quando nulla v'è del divertente.
E' iniziato tutto con il mio arrivo a Greenfield, il pianeta verde. Non avevo molto con me, se non gli stessi vestiti che avevo indosso e la pistola che mi regalò papà, con un solo proiettile in canna. Proiettile che ho faticato a conservare.
L'abbandono di Stevens aveva lasciato dentro di me un vuoto che parimenti è solo l'Oblio, così non avrei scommesso un soldo che qui sarei riuscita in breve a trovare il mio posto, sarà che nulla è come Casa.

Ho letto l'annuncio lasciato allo skyplex, qualcuno cerca un buon sicario, senza scrupoli, che sappia il fatto suo, ed io credo d'essere la persona adatta ad un lavoro simile, non che mi vada a genio di svendermi al miglior offerente, ma un po' di grana non avrebbe fatto male a nessuno, tanto meno a me, che come al solito sono finita al verde.
Non mi andava di iniziare a rubare anche qui. Quella è la vecchia me. O meglio, quella che vedo riflessa allo specchio.

Ho incontrato questa tizia, Mughain, l'Ombra.
Ho sempre apprezzato le persone come lei, schiette, pratiche, che non si perdono in inutili ciarle infiocchettate che mi sanno sempre tanto di prese per il culo. Mi sono detta disponibile ad un colloquio e l'ho incontrata.
Qualche giorno dopo mi ha messo alla prova, non credevo che potesse essere così difficile guadagnarsi in fretta la fiducia di qualcuno- non che la cosa mi sia mai interessata più di tanto- e così mi ha portato in questo strano tempio buddhista, con tanto di monaci in toga arancione e capa pelata.
Mi ha chiesto di ucciderla, e giuro sull'anima di mio padre che l'avrei fatto.
E' qui che si vede la differenza tra un soldato e una ladruncola di quint'ordine, quando sei disposto a tutto pur di portare a termine il tuo compito, persino a morire, portandoti all'Inferno il tuo nemico.
In questi occhi ormai rivedo mio padre, tutti i suoi errori, che pur mi continuo a ripromettere di non commettere. E se è pur vero che gli ideali ormai li ho mandati al diavolo, è anche vero che se so impugnare come l'estensione del mio braccio questa pistola, è solo a lui che lo devo.

E così mi sono guadagnata il suo rispetto, ad un passo dalla morte.

La famiglia.
La sorpresa di scoprirmi non più sola al mondo, incontrando Tony, che ormai era così lontano dai miei ricordi, da non riuscire a rammentarne nemmeno l'esistenza. Mi ha raccontato di come suo padre e il mio si sono separati, da buoni fratelli, a nemici senza nome. L'indipendentista e l'Alleato. Lo Yin e lo Yang per eccellenza, ma non saprei stabilire con precisione assoluta quale fosse dei due il lato oscuro.
Non posso fare a meno che provare un po' di rancore verso di lui, verso ciò che rappresenta, per esser stato indirettamente la causa della morte di mio padre sostenendone l'ideale avverso, ma poi mi dico che continuare ad oliare le giunture di questo infame ingranaggio della morte, non ha alcun senso e così, ho finito per accettarlo nuovamente nella mia vita.
In fondo nulla è come il confortante ritrovo del sangue del tuo sangue.

Ed in ultimo c'è lei, un'altra donna, il mio capo. Miss Winter mi ha accolto ormai come una di famiglia all'interno dell'Hall Point, e non so come ma sento che potrei condividere con quella donna ogni più piccolo segreto della mia esistenza, perchè in qualche modo è come se lei lo sapesse già.
L'altra notte l'ho raggiunta alla stazione di Greenfield, con l'incarico di scortarla sana e salva allo Skyplex, e li ho compreso. Ho scoperto lati di lei che mai avrei pensato di scoprire, così io, che tanto odio parlare di me e della mia storia, che tanto odio suscitare compassione, le ho fatto partecipe di un pezzo del mio passato, di quel passato che ora, preferisco guardare da lontano.
Non rinnego quello che ero, non me ne pento, semplicemente adesso, mi guardo allo specchio e riesco a non provare senso di colpa.
Penso sia già un bel passo avanti.