mercoledì 9 maggio 2012

Behind the mask. Monster point of view.

[Stralci confusi, scritti di fretta tra numerosi scarabocchi.]


Barriere su barriere da attraversare. 
Ho costruito ponti, muri, intere città per nascondere quel che sono al mondo. 
Sentivo tutto crollare inesorabilmente e senza alcuno sforzo, senza che io potessi fare niente per fermare la catastrofe imminente, e invece è bastato che Evah e Mughain mi mettessero in dubbio, perchè tutto tornasse ad essere sotto controllo.
I miei battiti costanti. La pressione si aggira intorno ai 60 per la minima, gli 85 per la massima. 
Nessun cambiamento, nessuna evoluzione, proprio come i battiti regolari e lenti che si agitano dentro il mio petto. Sono la stessa identica persona che ero quattro anni fa, mi sono solo illusa che potessi essere migliore.
Forse dovrei rassegnarmi all'idea che non esiste un posto adatto a me, che non esiste persona adatta a me.

Il mio umore ondeggia sempre di più tra felicità e tristezza personificata, anche quell'idiota di Nox se n'è accorto.

Ieri c'è mancato poco che aiutassi l'Alleanza a catturare un fuggitivo... la stessa Alleanza che ha tolto a mio padre la vita, e ricordi felici della mia infanzia a me.
Non mi sarei fatta scrupoli. 
Avrei preso quel fuggitivo solamente per il gusto di mettere le mani addosso a qualcuno ed avere il permesso di farlo.
Vorrei essere certa di poter riuscire a controllare questa cosa... questo desiderio smodato che ho di fare del male... di uccidere, ma non posso. Sento che ogni giorno mi scivola sempre più lentamente dalle mani.

E mi stupisco e mi vergogno di me stessa. Avrei volentieri fatto male a Mughain, ieri sera... avrei fatto del male ad Evah... avrei fatto del male a Nox e non ne avrei avuto alcun rimorso... e per quanto cerchi di negarlo a me stessa, di guadagnarmi senza sforzo la fiducia degli altri, io lo so.

Sono un mostro. Un mostro senza via d'uscita.

Volevo tenere per me l'armonica di Nox perchè era uguale a quella che suonava mio padre quando mi portava in spedizione con lui, sulla sua nave e col suo folle equipaggio. Dio, quanto sorridevo!
Sono stata terribilmente egoista ed il bello è che pur sapendolo, non sento un briciolo di biasimo verso me stessa.
E per la prima volta ho sentito il bisogno di tornare a fare visita ad una Chiesa.
Non ho pregato. Sono rimasta a fissare quel dannatissimo crocifisso per una notte intera. Non ricordo nemmeno cosa pensassi in quel momento, ma so che pensavo a Lui. A quanto deve essere fiero di me, di quello che ha creato inconsciamente o meno.
Lo odio e lo amo, e mi manca a volte da impazzire. Lui avrebbe avuto una soluzione ad ogni mia domanda, adesso.

Hell Point, è davvero il posto giusto per me?

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