lunedì 24 giugno 2013

Live.Lie.Love.&Fuck, as well.


-Toccami- gli aveva afferrato la mano tra le proprie e lo aveva costretto  a posarla sul suo seno.
-Smettila. Non ho voglia di giocare.- oppose resistenza, con una scintilla di rabbia che faticava a trattenere nelle viscere. La guardava di sbieco, come la temesse. Come temesse quella parte di lei che gli era estranea, del tutto nuova, inaspettata. Una maschera –tra le tante che lei si ostinava ad indossare- inedita, che non sapeva gestire. L’imbarazzo l’aveva cucito addosso sul rossore delle guance, ma lui lo sapeva: lei non si sarebbe accontentata di un “no”.
Insinuò le dita affusolate tra le sue gambe. Era eccitato.
-Andiamo, lo vuoi, Emile…-
-Non è questo il punto.
-E allora qual è? Non ne vedo altri.- il serpente tentatore tirava fuori la lingua biforcuta. Gli scivolava addosso come sul velluto. Poteva sentirlo fremere, per un istante. Il suo corpo teso, tremava. Serrò le gambe strette nell’ inutile tentativo di nascondere l’erezione sotto la stoffa spessa dei pantaloni, incurante che nel farlo avrebbe costretto la mano di lei in quella stessa morsa. Respirava il suo odore sulla pelle. Le loro labbra, mai state così vicine.
-Ho sopportato, Electra. Ho sopportato abbastanza… per anni che mi sembrano secoli. Ma questo no, non posso sopportarlo.
Lei rideva, di gusto, nonostante quella delusione riuscisse a leggerla negli occhi altrui e le pungesse la carne come un ago impertinente ed incurante sulla pelle che invano oppone resistenza.
-Credi che sia cieco? Credi che non lo veda il costante via vai di uomini… e di donne… -un’inflessione sarcastica spezzava il tono roco e indurito della voce- .. Ti diverti così, adesso?
-E’ solo un gioco, Emile.
-Un gioco, certo. Ma Io non sono solo un gioco. Non puoi trattarmi come tutti gli altri.
Ma lei non riusciva a capire cosa lo turbasse tanto, o forse, non le importava.
Negli anni, aveva imparato ad erigere una barriera attorno a se che negli ultimi mesi era riuscita a schermarle anche il cuore.
Voleva calore, ma non era disposta a perderne una briciola del proprio, e quel calore lo avrebbe rubato a qualsiasi corpo le fosse sembrato abbastanza pronto a giocare col fuoco.
-Ho fatto ancora quel sogno, bruciavamo insieme- le parole di Ezra, vecchie di qualche giorno, le rimbombavano ancora come un’eco distante e prepotente tra le tempie.
Un respiro, profondo. Un attimo dopo era su di lui, premurandosi di sbottonare distrattamente la camicia.
-Non ho bisogno di proteggere il mio corpo, Emile. E’ il mio cuore, quello che voglio tenere sotto chiave.
Era l’unica risposta che sarebbe stata in grado di donargli e lui, sapeva anche che era il suo strano modo di chiedergli scusa, per quel che di lì a poco sarebbe successo. Poteva sentire il suo cuore battere all’impazzata dentro al petto. Il respiro affannato le impattava sulla guancia, caldo come voleva lei.
Gli slacciava i pantaloni, alla cieca.
-Electra… ti prego. –la stava supplicando di non farlo, di non varcare quella soglia, quella soglia da cui non sarebbero più potuti tornare indietro se non cambiati.
Lui non glie l’avrebbe mai perdonato e lei non lo avrebbe mai perdonato a se stessa.
-Sssh- con un dito sulle labbra lo invitava al silenzio.
-Mi ami?- e lei se ne stava zitta, guardandolo soltanto, impassibile e distante, rifiutando di pronunciare quel “no” che lo avrebbe distrutto, o quel “sì” che li avrebbe distrutti entrambi.

Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo.

Aveva deciso di consumare in fretta quella candela e di spegnere subito la fiamma. Era stanca.
Lui non aveva il coraggio di guardarla, e lei non ne aveva alcuna voglia.
-Ci vediamo domani.- ora era il turno di lui di indugiare nel più totale silenzio.
Silenzio che lei si sarebbe lasciata scivolare alle spalle con indifferenza.

Ognuno di quei volti le passava attraverso, come una lama di vetro nel Vento, ferendola, senza mai toccarla.
Blaze-la passione-,
Aileen-il capriccio-,
Ezra-la disperazione-,
Nancy- l’errore-,
Huck-una scommessa persa-.

Ora, insieme a loro, c’era anche quello di Emile –l’amore non corrisposto-.

Sorrideva, nel buio.
Avanti il prossimo.

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