venerdì 1 giugno 2012

Irrimediabili fessure.


Il vento di Maggio bacia le mie labbra nude. Sono fresche, umide. Portano addosso il sapore della pioggia inattesa, della solitudine dell'autunno, del mio ricordo. Il sangue si mischia alle gocce, piccoli tagli verticali, segni della primavera ancorata ai miei sorrisi più larghi.
Il cotone scuro incollato al petto, modella forme allenate, macchiate dalla scarna carne che mi porto dietro sin da quando ero troppo giovane per accorgermi di me.
Ai piedi stivali beige, con dei lacci quasi maggiorenni ed un paio di buchi sulla punta.
Jeans scoloriti ed un vecchia cinta che non li regge del tutto.
Al polso l'orologio che mi ha regalato il mio vecchio, in un natale che sfoco, e per completare la chincaglieria, tre anelli ed una collana: pace, odio, amore, guerra e fede distribuite in ordine sparso tra anulari, mignolo sinistro e collo.

Time has told me
You're a rare rare find
A troubled cure
For a troubled mind

And time has told me
Not to ask for more
Someday our ocean
Will find its shore
 
Senza accorgermene sto tremando. E non per il freddo, l’aria è così felice di vedermi che quasi ha smesso di essere pungente. Mantengo fermo il cortex pad sotto il naso. E' ormai più di una settimana che sono qui, alla ricerca di ciò che ancora non ho perduto del tutto.
Respiro e mi sembra di rileggere pagine ingiallite già scritte da me stessa qualche sera addietro senza accorgermene.


Ti sembrerà strano che mi ritrovi nel bel mezzo della notte a rimpinzare di parole questo cavolo di codex, invece di macchiare come al solito decine di fogli di carta...
Si ho questo vizio...scrivo, appunto, cancello...e spesso disegno...ma sono tremendamente gelosa di ciò che produco...questa stanza l'hanno percorsa poche paia di piedi...e meno occhi hanno potuto vedere...
 
Ad ogni modo...Evah non c'è, non so nemmeno dove sia, ed io cerco di occupare il mio tempo di riposo, combattendo l'insonnia a colpi di parole.
 
Non so per quale motivo la tua testolina rossa e quello che c'è dentro, e il tuo corpicino allenato, e quello che c'è dentro, mi stiano così a cuore.
Non è da me, decisamente.
Eppure è così.
Evah dice che noi due ci somigliamo, e forse è davvero così.
Quindi, visto che spesso non riesco a prenderemi cura di me, il cercare di farlo con te potrebbe essere una specie di "riflesso"...terapeutico.
 
No, c'è altro.
Lo sento.
Forse questi occhi hanno visto qualcosa in te, che i tuoi non hanno nemmeno ancora sfiorato.
 
Non sarò mai una persona gentile ed affabile, non sarò mai diplomatica.
Non sono Evah, né sarò mai come Brent, né figuriamoci come Amelie...
 
Io sono ruvida come carta vetrata, spinosa e graffiante come filo spinato.
Per alcuni versi assolutamente sgradevole.
Eppure sono sincera fino al midollo.
 
Hai ragione, ieri sera mi sono permessa fin troppe libertà con il tuo spazio.
Per questo sono andata via.
Per questo non ho lasciato spiegazioni in giro.
 
Ma da quello che mi avevi scritto, nel non detto, ho letto qualcosa.
Ho capito che cercavi un appiglio e mi sono presentata per fornirtelo.
Ma è anche vero che devi cavartela da sola, anche in un frangente che fino ad oggi ti è risultato sconosciuto.
 
Hai molto di più di quello che mostri, dentro di te.
 
Cercare di proteggerlo mostrando ciò che non sei, o peggio, cercare di negarlo, non ti sarà di aiuto.
Proteggilo.
Prenditi cura di come sei.
Cresci nel modo in cui vuoio crescere.
Non ti far condizinare da nessuno
 
Posso solo darti un consiglio che l'esperienza mi ha offerto: non lasciare che i legami che si creano nel tuo mondo, vengano tarpiti. Soprattutto non troncarli tu per prima.
Fallo solo se sei costretta dalle circostanze, se non farlo metterebbe a rischio te o le persone coinvolte da quel legame.
Ma vivilo il più possibile.
 
Ora vado a cercare di dormire...l'alcol che ho in corpo finalmetne sta facendo effetto...
Forse ne ha fatto ancora prima, e forse tutte queste parole ne sono l'effetto...
Vedila come preferisci....
Puoi sempre premere il tasto di cancellazione e ignorare che tutto questo sia mai avvenuto.
'Notte nanerottola...
 
Ombra
 
[allegato c'è un link che riporta ad un bislacco disegno fatto da Mug]


"Ma cosa vuoi che ti dica, Mugh. Stai sbagliando tutto. Non andrai da nessuna parte. Ti stai lasciando la migliore occasione che avresti mai potuto avere alle spalle. Anzi, l’occasione migliore l’avevi davanti agli occhi, e ti stai arbitrariamente girando. Come...come pensi di riuscire a allacciarti le scarpe domani mattina, quando tutto ti apparirà chiaro, ma sarà troppo tardi. Perché sarà troppo tardi. Perché non avrai altre possibilità. E’ un attimo sai. Un attimo! Prima hai tutto tra le dita, sulla punta delle unghie, a portata di polpastrelli.
Ma sentiti... sentiti! Dovrei essere io a scrivere di certe cose a te, stupida Gambelunghe.


Electra,
ho pensato un bel po' a cosa dire e a come dirlo. Ogni cosa che mi veniva in mente mi sembrava stupida e banale. Probabilmente, in questo momento sono davvero stupida e banale. Allora mi è venuta in mente questa poesia. E' una delle mie preferite. E' per te. Da me. Per dirti grazie. Per così tante cose che non saprei da dove iniziare davvero.
Tua,
Zoya


CAMMINI SUI MIEI SOGNI

Se avessi il drappo ricamato del cielo,
Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats, poeta della Terra che fu

Sono uscita di casa canticchiando il motivo di “Riverman” di Nick Drake. Se c’è una cosa di Boros che apprezzo è il silenzio. Nelle zone a traffico limitato, nelle strette vie ciottolate del centro, dove è assente il rumore dei motori, quella cortina di mutismo è assordante. Trapassa le orecchie in modo quasi violento, stanziandosi tra le due tempie. I miei pensieri più intricati e le mie preoccupanti conversazioni ad alta voce con me stessa,  hanno come spettatori quel silenzio e quelle case basse con il tetto spiovente e la mansarda. Il Saloon è infondo alla strada, ancora decadente come l'ho lasciato.

So I`ll leave the ways that are making me be
What I really don't want to be
Leave the ways that are making me love
What I really don't want to love

Time has told me
You came with the dawn
A soul with no footprint
A rose with no thorn

Your tears they tell me
There's really no way
Of ending your troubles
With things you can say

Non riesco a ricordare quello che ho sognato, ma ricordo alcuni odori e la maggior parte dei colori di quel mio viaggio nel subconscio.  Terra bagnata, lacca per capelli, blu oltremare, glicine, rosa pastello, bianco di zinco. Ricordo un sorriso e mi faceva stare bene, ma non mi manca.
Sono i fantasmi di questa terra a cullare le mie notti grige. E sogni e morte e pianti e urla di gioia e di dolore, gli spari, la neve, il deserto sotto di essa, l'erba secca e bruciata dei campi abbandonati, l'armonica a bocca di mio padre è come eco tra queste mura stanche. Lascio scivolare il nulla e il tutto assieme tra le dita. 

So leave the ways that are making you be
What you really don't want to be
Leave the ways that are making you love
What you really don't want to love

Respiro dinuovo, tra queste crepe.

 

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